Martina
Franca, la città del Festival della Valle d'Itria.
Martina Franca è un
comune di 49.247 abitanti della provincia di Taranto. Posto
ad una altitudine di 431 metri s.l.m., copre una superficie
di 295 km2.
Geografia: È situata sulle colline sud orientali della
Murgia a 431 metri s.l.m. con splendide vedute sulla valle
d'Itria La città di Martina Franca è la 39°
per ordine di estensione fra le città italiane.
Storia le origini: Le origini di Martina Franca risalgono
al X secolo, quando sul Monte di San Martino sorse un piccolo
villaggio di profughi tarantini, fuggiti dalle continue devastazioni
dei Saraceni, e ai quali si aggiunse successivamente una comunità
di pastori. Intorno al 1300 fu eletta comune su ordine del
Principe di Taranto Filippo I d'Angiò, ma secondo alcuni
documenti storici, è possibile ipotizzare che Martina
Franca fosse stata prima di quella data anche un'avamposto
militare a guardia del territorio di Taranto come Specchia
Tarantina o una residenza di qualche nobile. È certo
però che Filippo I concesse Martina a Pietro del Tocco
per ricompensarlo dei servigi da lui svolti. Il territorio
all'epoca consisteva in un castello situato storicamente nell'attuale
zona denominata "Montedoro", e da due miglia di
terreno intorno al castello, sottratto dal territorio di Taranto,
dall'Università di Monopoli e dall'Università
di Ostuni per l'insediamento rurale di contadini e "Massari"
(o "Ammassari", da ammasso, luogo di raccolta dei
viveri - in martinese ù masser, era padrone di poderi
e vasti terreni). Sembra che Filippo d'Angiò avesse
concesso anche dei diritti e delle franchigie a chi fosse
venuto ad insediarsi a Martina, e per questo fu denominata
"Franca". Il nome della città è dedicato
al Santo patrono San Martino, festeggiato l'11 novembre. La
tradizione vuole che il Santo sia più volte corso in
aiuto dei cittadini, proteggendoli in varie occasioni dalle
invasioni barbariche e dall'assalto del nemico.
La città: Martina Franca è
divisa in tre zone ben definite. La prima è il classico
centro storico, la seconda è l'espansione cittadina
oltre le mura (nel 1900) che amplia l'urbanistica storica
della città, e la terza è la zona nuova con
palazzine alte oltre 3 piani di tipo condominiale.
Centro storico: Il Centro storico di Martina Franca presenta
un'urbanistica singolare, le case venivano edificate in senso
verticale. infatti l'abitazione tipo è formata dal
pian terreno dove si colocavano botteghe artigianali, o cantinette,
spesso fornite di scale che scendono di uno o più metri
sotto il livello della strada. Al primo piano, invece, si
trova la zona giorno, con cucina e sala da pranzo; anticamente
non era previsto un vano dedicato al bagno, le cui funzioni
erano assolte da un semplice "vaso" (in martinese
ù candr), posto in un angolo della casa. Di solito
era presente anche un camino, che assolveva a una duplice
funzione: serviva a cucinare le pietanze e fungeva da stufa,
sia per il primo piano sia, grazie alla canna fumaria, anche
per i piani superiori. In questo piano è facile trovare
anche un imbocco del pozzo, che a differenza della canna fumaria
ha un "camino" che arriva fin sotto la casa, nel
luogo in cui è situata la cisterna d'acqua, per lo
più di origine piovana. Il pozzo veniva sfruttato anche
come un rudimentale frigorifero, in virtù della freschezza
garantita dalla pietra calcarea del sottosuolo martinese.
Gli alimenti venivano depositati in un secchio di rame o di
ferro a fondo piccolo e bocca larga (un mezzo cono capovolto)
e fatto adagiare a "pelo d'acqua" nel pozzo. Il
secondo piano è la zona notte. Qui c'è la stanza,
o le stanze, da letto, generalmente con un balcone, o una
finestra, che comunica con il tetto della casa. Il tetto viene
sfruttato in vari modi. Generalmente è uno spazio utile
per stendere i panni, o anche per imbandire tavolate (alcune
case hanno il tetto comunicante e allo stesso livello della
casa vicina, spesso senza alcun muro separatore). D'estate
i tetti si trasformano in veri essiccatoi naturali: gli anziani
vi fanno essiccare fichi, noci, fave ed altri alimenti, o
"spurgano" la lana e i materassi. La particolarità
delle case pugliesi, a differenza del resto della penisola
italiana, sta nel fatto che i tetti sono in stile greco-arabico,
cioè piatti e non spioventi. Questo perché il
clima pugliese è molto mite, fresco, senza particolari
precipitazioni (è raro vedere la neve alta, come è
invece accaduto nel 1985). Le poche spiovenze servono per
incanalare l'acqua piovana nelle cisterne site nel sottosuolo.Caratteristica
importante del centro storico sono le vie strette e piene
di "spigoli", vicoli ciechi e le strade nascoste:
un vero labirinto urbano. Questo assetto anticamente presentava
un duplice vantaggio: in caso di invasione nemica, infatti,
era un mezzo per guadagnare tempo durante un'eventuale fuga,
o per tendere imboscate ai nemici sfruttando vicoli ciechi
e vie "nascoste" o poco visibili.Le vie di Martina
presentano una particolare depressione al centro della strada,
a differenza delle altre strade moderne che hanno invece il
manto stadale a "schiena d'asino": quando piove,
l'acqua piovana scorre al centro strada lasciandone asciutti
i lati, senza arrivare alle cantine poste nel sottosuolo.
Da un punto di vista architettonico, il centro storico è
per lo più in stile barocco, ben visibile nelle chiese
(ad esempio la Collegiata, ora Basilica, di San Martino).
La valle d' itria e i trulli: La Valle d'Itria
è una ricchezza artistica e naturale per il territorio
di Martina Franca ed è per questo anche che la meta
principale dei turisti. Da ricordare sono i caratteristici
muretti a secco, i trulli (in martinese casedde), costruiti
durante i periodi di civilizzazione contadina fuori dalla
zona urbana, a differenza di quanto avviene ad Alberobello,
dove sono situati all'interno del paese.Purtroppo nell'ultimo
ventennio, l'abusivismo edilizio ha violentato il territorio,
cancellandone spesso peculiarità (come le numerose
mulattiere), e ha contribuito alla compromissione della flora
e della fauna locale. Le cattive amministrazioni locali che
si sono susseguite, infine, non hanno impedito queste azioni,
compromettendo ulteriormente queste strutture storiche, senza
tutelare tale ricchezza storico-locale. Basti pensare che
delle quercie secolari sono minacciate dal possibile abbattimento
per far posto a campi da golf.
Eventi: Fiera di San Martino (11 novembre),
Festival della Valle d'Itria (lirica e prosa), Festival del
Cabaret "Città di Martina Franca" (Agosto),
Risollevante "TOUR", Fiera della Candelora (2 febbraio),
Festa patronale estiva di San Martino (Primo fine settimana
di luglio).
Persone illustri: Domenico Carella (1720 - 1813), pittore;
Giuseppe Aprile (1735 - 1774), compositore; Giuseppe Fanelli
(1826 - 1877), garibaldino; Gioconda De Vito (1907 - 1994),
violinista; Guglielmo Motolese (1910 - 2005), arcivescovo
di Taranto; Paolo Grassi (1919 - 1981), fondatore del teatro
milanese "Piccolo", e sovrintendente del Teatro
alla Scala di Milano; Sole Di Giuseppe (1921 - 2005), poeta;
Nico Indellicati (1931 - 2006), intellettuale; Benvenuto Messia,
maestro fotografo e poeta dialettale; Rossella Brescia ballerina
e conduttrice televisiva. Lucio Montanaro attore, cabarettista
e umorista. Michele Pizzigallo (1919 - ----) storico, filosofo.
Gastronomia: Vino di produzione locale, il
Martina Franca DOC. Capocollo, salume tipico. Nella lavorazione
viene aggiunto il vino locale e le erbe aromatiche tipiche
della macchia mediterranea. L’affumicatura avviene bruciando
il legno e la corteccia di un fragno originario dei Balcani,
presente solo in Puglia. I maiali da cui provengono le carni
utilizzate nel prodotto sono allevati in boschi di fragno
e si nutrono di ghiande degli stessi arbusti. Orecchiette,
pasta fresca di produzione locale spesso condite o con sugo
di polpette, braciole arrotolate e cacioricotta, oppure con
rape. Funghi, risorsa alimentare propria dei boschi della
Murgia, in particolare il Pleurotus eryngii e il Pleurotus
nebrodensis due specie note sin dall'antica grecia, comunemente
chiamati cardoncelli ed abbondanti nel Bosco delle Pianelle
e nel territorio di Specchia Tarantina.
Curiosità: Esiste una credenza popolare
sulla festa estiva del santo patrono. In questa occasione
le statue dei santi Martino e Comasia, interamente in argento,
opera di un artista napoletano, sono portate in processione
la prima domenica di luglio. Si dice che la statua di san
Martino non debba mai precedere la statua di santa Comasia,
altrimenti si appesantisce progressivamente. La leggenda narra
infatti che, una volta, la statua di Santa Comasia non era
in grado di uscire dalla basilica per un problema alla barella
che la doveva trasportare, decisero allora di far uscire per
prima la statua del patrono, San Martino, ma, superata la
soglia della basilica, si sia così appesantita che
i portantini hanno dovuto posarla a terra sulla mezzaluna
esterna della gradinata, senza riuscire più a sollevarla.
Essi decisero allora di far passare la statua della Santa.
Fatto ciò la statua del santo patrono si "alleggerì"
magicamente, consentendo il proseguimento della processione.
È da allora che la statua di santa Comasia precede
sempre la statua di San Martino.Tradizione vuole che i cittadini
del XVI e XVII secolo pulissero la parte di strada pubblica
adiacente alle proprie abitazioni, al fine di essere esentati
dalla tasse. Questa tradizione permane tuttora. |
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