Ostuni: (nota anche come
Città Bianca) è un comune di 32.591 abitanti
in provincia di Brindisi. Appartiene geograficamente alla
regione del Salento.
Stemma: Lo stemma della città di Ostuni
è uno scudo a campo azzurro a tre monticelli d'oro
sostenenti tre torri dello stesso colore, la torre media più
alta. Lo scudo è circondato da due rami di quercia
e d'alloro annodati con un nastro dai colori nazionali e sormontato
da una corona turrita.
Geografia: Ostuni sorge su tre colli ad una
altezza di 218 metri. È situato a 8 km dalla costa
adriatica nell'Altosalento. La Murgia, sulle cui propaggini
meridionali si trova la città, è una zona carsica
costituita essenzialmente da calcari cretacei. E’ perciò
una zona piuttosto arida e priva di corsi d'acqua: al loro
posto le cosiddette "lame", letti torrentizi a carattere
stagionale, dai solchi poco profondi e dalle pareti ripide.
Altra caratteristica dal punto di vista geologico sono le
"gravine", dei burroni carsici. Ostuni è
culturalmente e geograficamente il primo centro del Salento,
tuttavia da un punto di vista strettamente dialettale l'ostunese
rappresenta un idioma di transizione appulo-salentina con
influenze salentine, ma con importanti contributi del dialetto
tarantino e barese. Le attività economiche più
importanti sono il turismo e l'agricoltura (soprattutto ulivi
e viti). Importanti e numerose le presenze di strutture dette
"masserie", ovvero antiche fattorie fortificate
presenti sia nella selva ostunese che nella marina, dove si
svolgeva l'attività agricola dei grossi proprietari
terrieri.
Storia: Il territorio di Ostuni era già
frequentato nel paleolitico medio (50.000-40.000 anni fa)
da cacciatori neanderthaliani. La zona collinare, sede di
numerose grotte, offriva dei perfetti rifugi naturali per
le primitive comunità umane.Nel paleolitico superiore
le tracce di presidi umani diventano più consistenti:
gli scavi effettuati hanno permesso il rinvenimento di reperti
ossei e ceramici. Tuttavia la testimonianza più eclatante
rimane il ritrovamento di Delia, lo scheletro di una donna
di circa 20 anni prossima al parto e del suo feto. Il corpo,
deposto in una grande buca, è in posizione contratta,
col capo ricoperto da una specie di cuffia composta da centinaia
di piccole conchiglie. L'appartenenza della donna ad un gruppo
di cacciatori è documentata dai resti del corredo,
ossia selci e denti di cavallo e di bue primitivo. La sepoltura,
denominata Ostuni 1°, è unica al mondo: risalente
a circa 25.000 anni fa, è ubicata nella grotta di Santa
Maria di Agnano, presso l'omonima masseria. Un calco di questa
sepoltura può essere esaminato presso il "Museo
di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale",
nell’ex convento delle Monacelle, nel centro storico
di Ostuni.Al neolitico appartengono invece gli insediamenti
di Lamaforca e San Biagio, mentre reperti dell'età
del bronzo sono stati ritrovati negli scavi in zona Lama Morelli.Il
primo nucleo cittadino fu fondato dai Messapi, un'antica popolazione
italica che si stanziò nel Salento nel VII secolo a.C.;
i Messapi erano un popolo abile costruttore di strade e città,
e probabilmente trovarono l’ubicazione per la futura
città, in cima a un colle dalle pareti molto ripide
(murex in latino, da cui proviene per l’appunto il termine
Murgia) molto interessante dal punto di vista logistico. Alcuni
odierni scavi nei pressi del foro Boario (la zona prospiciente
le mura medievali), col rinvenimento di tombe del IV –
II secolo a.C., documentano l’ubicazione di un centro
abitato la cui estensione andava dai fianchi della collina
alla piana digradante verso il mare.Nel III secolo a.C. il
Salento fu conquistato dai Romani, e con esso Ostuni: poco
si sa del periodo romano, anche se probabili tracce rimangono
in alcune masserie, sorte sulle fondamenta di antiche ville
romane. Poco si sa anche riguardo all’etimologia della
parola Ostuni: forse dal latino “Sturnium”, termine
mediato dal messapico, o più probabilmente dal greco
“Astu Neon” (“astu” cittadella fortificata,
“neon” nuova). Con la caduta dell'Impero Romano
d'Occidente, Ostuni (come il resto del Salento) fu invasa
da Ostrogoti, Longobardi, Bizantini, Saraceni e infine Normanni.Sotto
i bizantini, nell’876 diventò diocesi e rifugio
dei monaci basiliani provenienti da Siria ed Egitto: minacciati
dai Turchi e dall'iconoclastia, i monaci si rifugiarono nelle
stesse grotte che avevano dato rifugio agli uomini primitivi.Intorno
all'anno Mille ad Ostuni c’erano quattro porte (delle
quali oggi si conservano solo Porta Nova e Porta San Demetrio)
unite da una strada circolare che correva lungo le mura e
i torrioni, per sfociare poi in piazza del Moro, il centro
della vita commerciale e politica della città nel MedioevoLa
particolarissima conurbazione del borgo medievale, con le
case addossate le une alle altre e la presenza di domus palatiate
a più piani, risale proprio a questo periodo storico
e si spiega sia con esigenze difensive sia col voler sfruttare
appieno in larghezza ed altezza tutto lo spazio disponibile
all’interno delle mura.Fra l'XI e il XIII secolo Normanni
e Svevi intensificarono la coltivazione dell'ulivo. Ostuni
si aprì al commercio con gli Angioini, i quali fortificarono
la città e rifondarono, sulle rovine dell’antica
Petrolla, il porto di Villanova (la frazione costiera del
paese): lo stesso porto venne usato anche per le Crociate.Nel
XII secolo Goffredo III, conte di Lecce e funzionario del
re Ruggero II, con giurisdizione militare sulla terra d'Otranto
(le attuali province di Brindisi, Lecce e Taranto), ricevette
l'ordine di costruire un castello (chiamato poi Castello normanno)
sulla cima della collina di Ostuni; oggi, purtroppo, di quella
costruzione imponente e ben fortificata, rimangono solo una
torretta e il giardino (chiamato ora Giardino Zurlo). Nel
1507 Ostuni passò al ducato di Bari di Isabella d'Aragona
e della figlia Bona Sforza: sotto il dominio spagnolo cominciò
così il periodo d’oro della città, sia
dal punto di vista economico che culturale. I duchi concessero
a Ostuni onori e privilegi, rafforzarono le fortificazioni
delle mura cittadine e dotarono il litorale delle torri Pozzella
(oggi diroccata e chiamata dagli ostunesi “Torre sgarrata”)
e San Leonardo. Il periodo rinascimentale corrisponde anche
al massimo sviluppo urbanistico della città: il numero
di abitanti tocca ormai quota 17.000. All’impianto medievale
del centro storico si aggiungono numerosi nuovi edifici riconoscibili
dai portali con le caratteristiche cornici ad architrave (un
esempio architettonico in tal senso è la chiesa dello
Spirito Santo, eretta nel 1637).Ma nel XVII secolo cominciò
una fase di declino: infatti nel 1639 Filippo IV d'Asburgo
a fronte dei debiti per la guerra dei trent'anni, vendette
Ostuni agli Zevallos, una famiglia di mercanti che trattò
la città alla stregua di feudo personale: anche la
popolazione crollò al di sotto dei 10.000 abitanti.
Fu durante questo periodo storico che la peste imperversò
nella zona, pur risparmiando proprio Ostuni: questo perché
era invalso l’uso di imbiancare le abitazioni con la
calce, in quanto disinfettante naturale. Questa pratica non
solo bloccò il contagio, ma, perpetratasi nel tempo,
rende ancora oggi la Città Bianca così peculiare
a distanza di secoli.Con i Borboni la città fiorì
nuovamente. Ostuni si espanse in direzione dei vicini colli
di Casale, Cappuccini, Sant'Antonio e Molino a Vento. Il centro
della vita cittadina si spostò da piazza del Moro all’odierna
piazza Libertà, dove si trova oggi il Municipio (e
una volta sede del Convento dei Francescani). Fu proprio in
questa piazza che Giuseppe Greco, nel 1771, innalzò
la colonna in onore di Sant'Oronzo, il quale secondo la tradizione
popolare aveva preservato la città dal contagio della
peste. La pregevole colonna, alta 20 metri, ha in cima la
statua del santo benedicente e, ai quattro angoli della balaustra
a mezz'altezza, le statue dei santi Biagio, Gaetano, Irene
e Lucia.Ai primi dell'Ottocento, sull'onda degli ideali dell’illuminismo,
anche Ostuni venne attraversata da tumulti insurrezionali:
vennero fondati un circolo della Giovine Italia e una rivendita
carbonara. Durante questi moti Ostuni fu la prima città
della Puglia a innalzare il tricolore.
Ostuni oggi: Dal secondo dopoguerra a oggi,
accanto allo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria
di trasformazione ad essa correlata (olio, mandorle, vino)
, la città è diventata una rinomata meta turistica,
riuscendo a valorizzare i suoi beni culturali, storici e architettonici.
Numerosi villaggi turistici, come ad esempio Rosa Marina,
sono sorti sul litorale, uno dei più puliti della costa
pugliese.La caratteristica più peculiare del centro
storico, che così tanto affascina i turisti, è
l'imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L’uso,
attestato sin dal medioevo, deriva, oltre che dalla facile
reperibilità della calce come materia prima, dalla
necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti
ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità,
data dalla luce sia diretta che riflessa. Come già
detto, questo costume ha rivestito anche un ruolo importante
storicamente nel XVII secolo, quando l’imbiancatura
a calce fu l'unico modo per evitare che la peste dilagasse
nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne
la distruzione.Questo uso fa sì che Ostuni sia denominata
spesso Città Bianca o Città Presepe, ed è
una caratteristica che la rende riconoscibile e indimenticabile
ai visitatori.
Luoghi d' interesse: Centro storico: zona estremamente caratteristica.
Ricorrenze: Il 3 febbraio si festeggia san
Biagio vescovo, martire, compatrono di Ostuni insieme al protettore
sant'Oronzo, i cittadini si recano sempre numerosi sui colli
ostunesi dove nella roccia c'è la cripta di san Biagio.
Nella giornata del 3 febbraio, numerose funzioni liturgiche
hanno lo scopo di rinnovare per i fedeli l'intercessione del
santo protettore dei mali della gola, il sacerdote porgendo
la reliquia del santo sulla gola del fedele lo libera dai
mali della gola.Importante dire che la manifestazione offre
la possibilità ai giovani e non solo di vivere un piena
giornata tra il verde della "Selva Ostunese", lì
dove la gente del posto vi si reca con la propria famiglia,
non solo per venerare il Santo ma anche per approfittare degli
ampi spazi di campi che offre la terra; attrattiva principale
tra i giovanissimi è la scalata del monte sovrastante
il santuario, a valle invece lungo le vie che conducono al
protettore, si presentano chioschi e bancarelle di ogni genere
per soddisfare le esigenze dei più golosi.
Manifestazioni: I festeggiamenti per il protettore
sant'Oronzo durano tre giorni (dal 25 al 27 agosto). Di particolare
interesse è la Cavalcata di sant'Oronzo, originariamente
Cavalcata dei Devoti, una processione in onore del protettore
aperta e guidata dal Gruppo Scout Ostuni 1° "Shalom",
nella quale sfilano esponenti del clero e dell'amministrazione
comunale, seguiti da cavalli e cavalieri, bardati con gualdrappe
e divise rosse ricche di ricami e lustrini, che si svolge
il 26. I festeggiamenti comprendono anche due fiere e uno
spettacolo di fuochi pirotecnici.A Ferragosto nel centro storico
si tiene la "Sagra dei Vecchi Tempi" dove, oltre
a gustare i piatti tipici della gastronomia locale, si possono
ammirare gli artigiani che ripropongono mestieri ormai scomparsi.Ogni
seconda domenica del mese, nei pressi della Villa Comunale,
si svolge un caratteristico e frequentatissimo mercatino dell'antiquariato
denominato "Zacaredde".Dal settembre 1998 si svolge
il Festival di Marinando. Rassegna di teatro e video che ha
come argomento il mare e la pesca, per scuole medie italiane
e, dal 2005, anche straniere del bacino mediterraneo. Nel
2007, dal 9 al 16 settembre, scuole di Albania, Croazia, Egitto
e Spagna. Il festival è promosso dal Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali. |
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